giovedì 30 ottobre 2014

"Tutti conosciamo la via, ma pochi in effetti la percorrono" (Buddha) - Tempio Buddista Hua Yi Si a Via dell'Omo Roma. L'esperienza di tre blogger.

Nel primo post dell'anno vi parlavo dei miei #TravelDream2014. Questo "viaggio" era (ed è stato)  il più facile da realizzare. Delle volte non c'è bisogno di andare lontano per ammirare qualche meraviglia del mondo...sopratutto quando dietro casa si ha il più grande tempio Buddista d'Europa, che sorge tra la landa di capannoni e magazzini in prevalenza Made in China a Via dell'Omo, zona Prenestina (Roma). Questo "viaggio" ho voluto condividerlo con altri due blogger direzioneitalia e L'Eco dell'Arte e dar vita a questo post a tre teste e sei mani, non siamo un mostro ma siamo Marianna, Nina e Diego.

La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN in collaborazione con Direzioneitalia e L'Eco dell'Arte.

La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN in collaborazione con Direzioneitalia e L'Eco dell'Arte.
La mia esperienza:
"Il mio blog è ben lontano dai travel blogger. Io parlo di ristoranti e hotel da consigliarvi (o sconsigliarvi) durante i vostri viaggi. Ma per un attimo mi sono fermata e ho pensato "perchè non "consigliare" anche posti che le guide turistiche tante volte, o molto spesso, non riportano?". Sono sempre stata affascinata da ciò che è "particolare", da quel posto che sa distinguersi dal resto del mondo che lo circonda. Come il Tempio Buddista Hua Yi Si. Un luogo di pace nella nostra caotica città. Un posto che con ciò che lo circonda non c'entra nulla. Una zona che lo accoglie che può essere tutto tranne che attrazione turistica. Un luogo che ti trovi davanti e rimani a bocca aperta perchè non te l'aspetti. Un luogo dove entri e sembri esserti allontanato km e km da casa. Invece sei a Roma, a Via dell'Omo zona periferica di Roma, dove tutto il giorno c'è un via vai di camion Made in China, al civico 142 sorge questo tempio di pace e riflessione. Basta varcare la soglia del grande cancello di ferro fuori e sei in un altro mondo. Il grande Buddha che sorride seduto all'entrata vi da il benvenuto, in un attimo sarete rapiti dall'odore di incenso e dai canti di preghiera buddista provenienti dalla sala di preghiera. All'interno si respira un senso di riservatezza e rispetto, non si possono fotografare monaci e fare foto durante la funzione. Il solo girare internamente e osservare ti fa stare in pace con te stesso poi esci e vi ricatapultato nella realtà, come quando si torna da un viaggio capisci che è finito quando atterri nel tuo aereoporto, ritiri la tua valigia e si ritorna alla routine di tutti i giorni lasciandoti alle spalle quel viaggio che vivrà con te tramite ricordi."

La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN in collaborazione con Direzioneitalia e L'Eco dell'Arte.

La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN in collaborazione con Direzioneitalia e L'Eco dell'Arte.
La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN in collaborazione con Direzioneitalia e L'Eco dell'Arte.

La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN in collaborazione con Direzioneitalia e L'Eco dell'Arte.

L'esperienza di Nina Deliu per L'Eco dell'Arte
"La maggior parte degli uomini sono come una foglia secca, che si libera e si rigira nell'aria e scende ondeggiando al suolo. Ma altri, pochi, sono come stelle fisse, che vanno per un loro corso preciso, e non c'è vento che li tocchi, hanno in loro stessi la loro legge ed il loro cammino."
(Siddharta di Hermann Hesse)

La foto appartiene a L'eco dell'Arte for HOTEL & KITCHEN.
Statua del Buddha, Tempio cinese, Roma
Nota opera:
"Il mondo della sacralità è sempre stato accompagnato da un velo artistico che riesce ancora oggi ad attirare la nostra attenzione. La statua del Buddha, ad esempio, oltre ad essere una delle statue più diffuse al mondo, detiene anche il primato per essere la statua più grande al mondo: parliamo della statua del Buddha Zhōngyuán in Cina, di un'altezza totale di 153 m. Non avendo ancora avuto l'occasione di trovarmi sotto quest'immensità, mi limito a presentare un'altrettanto curiosa statua del Buddha che si trova a Roma, più precisamente nel Tempio Cinese Italiano di via dell'Omo. È una statua marmorea, come i due leoni che si trovano prima dell'ingresso al tempio, ed è presentata con un' espressione serena e gioiosa, quasi a voler trasmettere un senso di tranquillità e pace... Quasi a voler rallegrare l'animo di chi si riunisce, lontano dalle proprie origini, nella meditazione e nell'incontro con la somma saggezza. Si noti che la statua in questione non raffigura in Buddha Siddharta a cui comunemente ci riferiamo, bensì il Budai. Esso è rappresentato sempre grasso e calvo con una sacca sulle spalle piena di cibo con la quale nutre i bisognosi. Il suo ruolo è quello di proteggere i deboli. Nella tradizione cinese la pancia del Budai è considerata la dimora dell'anima, e la sua dimensione può essere considerata un'allegoria per la sua grande bontà.
Il Tempio che lo accoglie, nonostante sia considerato il più grande d'Europa, non ha dimensioni notevoli. È dotato di un cortile esterno, della bellissima sala principale (molto lucente e caratterizzata da statue, colonne e una piccola zona preghiera) e dalla sala meditazione in cui i monaci si riuniscono nei loro rituali. È un ambiente che, anche se incognito al mondo cristiano, trasmette una leggiadra familiarità ed accoglienza, nonostante si mantenga nel complesso molto intimo.
Una nota d'interesse è rivolta alla struttura esterna del tempio, che in mezzo alle abitazioni e fabbriche della zona periferica di Roma, emerge in maniera imponente e inusuale catturando l'attenzione del passante".  
L'esperienza di Diego Funaro per direzioneitalia.com
La foto appartiene a DIREZIONEITALIA.COM in collaborazione con Hotel & Kitchen e L'Eco dell'Arte.
La foto appartiene a DIREZIONEITALIA.COM in collaborazione con Hotel & Kitchen e L'Eco dell'Arte.

 "Il Tempio Buddista Hua Yi Si non è un posto in cui si capita per caso. Situato totalmente fuori dai circuiti turistici, nell’estrema periferia est di Roma, ai margini del quartiere Prenestino, in mezzo a capannoni industriali e magazzini, spicca immediatamente tra gli altri edifici, tutti squadrati, per il suo stile tradizionale cinese. Sembra un errore dello spazio/tempo, un angolo di Cina antica sorto magicamente nella Roma contemporanea. È il tempio più grande dell’Europa Occidentale e l’unico con uno stile architettonico che rimanda agli edifici cinesi più antichi. Già oltrepassando il maestoso cancello che dalla strada porta al giardino, si percepisce un cambiamento, quasi non si fosse più in Italia, ma in Estremo Oriente. Questa sensazione diventa ancora più marcata quando si entra nell’edificio, dopo aver superato la “guardia” dei due leoni di pietra e ci si trova dinnanzi al Budai, il Buddha felice che pare accogliere con un sorriso benevolo il visitatore. L’accoglienza dei monaci trasmette riservatezza e rispetto, non possono essere fotografati né intervistati, ma invitano chi volesse approfondire le proprie conoscenze sul buddismo a frequentare i loro incontri settimanali. Avvicinandosi alla sala di preghiera, il profumo di incenso e i canti rituali, completano l’impressione di essere nell’Asia più lontana; Roma sembra distante decine di migliaia di chilometri". 

La foto appartiene a DIREZIONEITALIA.COM in collaborazione con Hotel & Kitchen e L'Eco dell'Arte.

"La pace viene da dentro; non cercarla fuori" (Buddha)

 MARIANNA for HOTEL & KITCHEN: I giudizi di una donna
NINA for L'ECO DELL'ARTE
DIEGO for DIREZIONEITALIA.COM

*Quest'articolo è frutto della nostra esperienza. Non abbiamo ricevuto, o riceviamo, compensi per l'articolo e non abbiamo nessun contratto lavorativo o retributivo con il tempio in questione. Le foto sono state scattate da noi quindi ne è vietata la copia. 

venerdì 24 ottobre 2014

"Prendi cinque coppie, un sabato sera romano e un risto nippo-cinese" OISHI Restaurant - ROMA

La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.
La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.
Prendi cinque coppie, un sabato sera romano e un risto nippo-cinese. Questa volta la location OISHI Restaurant è stata scelta dal cugino del mio ragazzo. Ero entusiasta di provare un altro ristorante nippo, visto le recensioni positive di TripAdvisor e sentite le note positive riportate dal cugino.
Il posto devo dire è fantastico. Arredamento minimal con spruzzi di arte orientale. Tutto il locale è bianco, le scritte SUSHI, GRIGLIERIA che sembrano fuoriuscire dal muro danno un senso di profondità. La cosa che ho notato entrado la pulizia del locale e un odore diverso da altri ristoranti giapponesi: non c'era quel forte odore di fritto che si sente in quasi tutti gli all you can eat.
Ci sediamo e le tovagliette con le stoviglie sono disposte ordinate. Cosa positiva che a tavola già sono presenti le posate internazionali insieme alle bacchette. Le bacchette a differenza di altri all you can eat, non sono di legno ma di una specie di plastica laccata che al tatto sono un pò grossolane e molto liscie. Preferisco quelle in legno personalmente, ma c'è da dire che quest'altro tipo sono (o almeno mi sembrano) un pò piu igieniche.
Si può scegliere la formula "ayce" o c'è anche la possibilità di ordinare solo quello che si desidera (nel menù, sotto ogni piatto, c'è il scritto il prezzo singolo).

La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.
Abbiamo fatto le nostre infinite ordinazioni (calcolando che eravamo in dieci) arrivate tutte puntualissime anche se il locale era abbastanza pieno.
Allora da dove iniziare? Dalla tempura. Molto buona devo dire, a differenza di altri ayce, è fritta al punto giusto e senza trecento litri d'olio e sopratutto non ha quel forte odore di fritto. Un pò meno gli uramaki al philadephia. sembrava tonno e maionese mischiato. Il riso era scotto e freddo e l'alga interna gommosa. Abbastanza buono il salmone scottato. Una cosa particolare da assaggiare che troverete solo in questo ristorante è il Sushi Burger (Riso, salmone, tonno e avogado). 

 La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.
Sushi Burger. La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.
 La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.
Per me il sushi, il saper fare il sushi è sempre stata reputata un arte ed ho molto apprezzato la composizione dei piatti e nei tipici vasoi giapponesi con raffigurazioni nippo (adorabile il vasoio con i fiori di pesco).  Molto vasto il menù con varietà nippo-cinesi, alcune delle quali, come il Sushi Burger, non troverete in altri ristoranti nippo-cinesi.

La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.
La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.
La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.
Il conto è stato giusto: 25 euro a persona calcolando acqua, birre e coca cole varie.
Se decidete di andare il fine settimana, prenotate e sopratutto armatevi di tanta e santa pazienza per il parcheggio. E' una zona di Roma molto frequentata la notte, ristoranti, pub, locali, discoteche. Cercate di arrivare un pò prima rispetto all'orario in cui avete prenotato.  

MARIANNA for HOTEL & KITCHEN: I giudizi di una donna ©
 
*Quest'articolo è frutto della nostra esperienza. Non abbiamo ricevuto, o riceviamo, compensi per l'articolo e non abbiamo nessun contratto lavorativo o retributivo con il ristorante in questione. Le foto sono state scattate da noi quindi ne è vietata la copia. 

venerdì 17 ottobre 2014

Cos'hanno in comune un officina e il cibo? OPIFICIO DEL GUSTO - L'Aquila

Dai vecchi locali di un officina Volkswagen, nasce l'Opificio del Gusto. L'interno è molto minimal ma non ha abbandonato le sue origini.
Nulla è convenzionale all'Opificio, a partire dai piatti all’arredamento, dove si mescolano ai materiali poveri, come il truciolato, l’eleganza delle tonalità scure del nero e il grigio delle pareti. Le insegne del locale e i coperti sono di un rosso acceso. 

La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.

La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.
La foto appertiene a HOTEL & KITCHEN.

La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.
Opificio del Gusto è un ambiente piccolo, i coperti sono una decina ed ha due spazi esterni molto grandi per aperitivi e drink dove il barile MOBILE vi farà da tavolo. 
Ho scoperto questo posto grazie a TripAdvisor. Vi dico la sincera verità mi ha colpito il nome e la sua "storia" (ormai avete capito che sono amante dei particolari). 
L'impatto col posto non è stato dei migliori però, quando siamo arrivati sembra ci fossimo solo noi...e infatti era cosi. Solo un commensale era seduto (calcolando che era a mala pena l'una meno un quarto). Sono entrata a chiedere se erano aperti per pranzo, mentre il mio ragazzo parcheggiava nel capiente piazzale, punto positivo per la comodità del parcheggio, e mi ha accolto una signora davvero gentile. Vi dirò, sul fatto che eravamo solo noi mi ha fatto piacere, cosi ci avrebbero servito subito, senza aspettare, e saremmo potuti ripartire per Roma il prima possibile senza la paura di trovare traffico sul nostro amato Raccordo Anulare!.

Ci siamo accomodati e abbiamo dato un'occhiata al menù: davvero vario, cucina italiana, spagnola e internazionale. 

La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.
Io da buona amante di minestre e zuppette varie scelgo le sagnette e fagioli, ma purtroppo le zuppe non era disponibili quel giorno. Faccio uscire le mie origini calabresi e scelgo l'amata pasta all'arrabbiata. La signora che ci ha servito ci informa che proprio quel giorno era arrivato un buon tartufo, ovviamente il mio amato lui ordina fettuccine al tartufo.
Iniziamo con la mia arrabbiata: ho molto gradito una cosa: in alcuni ristoranti la pasta all'arrabbiata non è che è arrabbiata è...come posso dire...incazzata nera per quant'è piccante? Opificio del Gusto ti serve a parte olio piccante e diversi tipi di peperoncini per "decidere" tu la giusta piccantezza. La cottura della pasta era al dente e il sugo... da scarpetta finale!

La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.
La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.
Passiamo alle fettuccine al tartufo. Ci tengo a fare una premessa, io odio funghi e odio i tartufi sopratutto perchè non sopporto il loro odore (amanti del tartufo...perdonatemi!). Riuscirei a fiutare una comanda con tartufi da almeno cinque tavoli prima di me... ecco. Quando sono arrivate le fettuccine non ho sentito nessuno "odore"... infatti più che tartufo sembrava uno scorzone. Il piatto era presentato abbastanza bene, la pasta molto buona ma non sapeva di tartufo...purtroppo per il mio lui.

La foto appartiene a HOTEL & KITCHEN.
Concludendo, arriviamo al conto: abbiamo speso 27 euro compresi i caffè e l'acqua, direi un prezzo davvero ottimo per un pranzo, non abbiamo preso altro però i prezzi indicati sul menù mi sono sembrati non eccessivi ed in linea con la qualità/quantità delle portate.
Se passate per L'Aquila fatevi un giretto, ne vale la pena. Sarei curiosa di "provarlo" di sera, per un apericena o un dopo cena, per dare un giudizio a pieno e a 360°.
Nel frattempo che avrò l'occasione di tornare a L'Aquila, dato che il locale è nuovissimo, faccio un grosso in bocca al lupo a tutto lo staff.

MARIANNA for HOTEL & KITCHEN: I giudizi di una donna ©
 
*Quest'articolo è frutto della nostra esperienza. Non abbiamo ricevuto, o riceviamo, compensi per l'articolo e non abbiamo nessun contratto lavorativo o retributivo con il ristorante in questione. Le foto sono state scattate da noi quindi ne è vietata la copia. 

mercoledì 15 ottobre 2014

"Un angolo di Sardegna nel quartire Coppedè di Roma": CAPO BOI - Roma

La foto appartiene a Cibando.com
Capo Boi, è il nome di uno dei ristoranti sardi della Capitali, un posto dove riscoprire la lontana Sardegna nella nostra caotica Roma. Capo Boi si trova in Via Arno 80, a pochi passi dal sontuoso arco d'ingresso del quartiere Coppedè, una delle zone più belle e originali di Roma, e vicino all'ormai tramontato Piper.
Siamo stati in questo ristorante nell'aprile del 2014, ma tra una cosa e l'altra, viaggi e altro non sono riuscita a parlarvi di questo posto...come si dice "Meglio tardi che mai".
E' stato scelto dal mio fidanzato per trovare un ristorante perfetto dove festeggiare una festa importante: i suoi trent'anni.
L'impatto con l'interno non è stato dei migliori, ma io parlo per il mio gusto personale a livello di arredamento. Preferisco arredi più minimal, con mobilio piu essenziale. Il ristorante è arredato in stile classico color avorio, grandi quadri marinari e un imponente timone alla parete danno l'impressione di trovarsi dentro una sala di una nave. Molti tavoli, sedie possenti, vetrina del pesce che è quasi in mezzo. Ci fanno sedere in un posto lungo il "corridoio" che separa i due lati dei tavoli, quindi c'era un continuo via vai di camerieri e commensali di altri tavoli. La cosa ovviamente non c'ha fatto molto piacere, ma un cameriere ha capito che ci stavamo infastidendo e ci hanno cambiato di posto. Molto apprezzato il gesto.

La foto appartiene a Cibando.com
Il locale è frequentato da un alta clientela, numerosi uomini d'affari accompagnate da eleganti signore, uomini e donne dello spettacolo, cinema e televisione.
Passiamo alle comande. Vorrei fare un appunto: non vi daranno un menù, ma sarà il cameriere a proporvi direttamente la "cena" ossia "iniziamo con un antipastino misto di crudi e cotti..." "come primo stasera lo chef consiglia...", quindi o interrompete il cameriere chiedendo un menù oppure vi lasciate condurre dalla sua cortesia e professionalità. Quindi: come antipasti abbiamo optato per questo mix di cotti e crudi: mazzancolle, scampi, ostriche, tartufi, carpacci di salmone e di spigola, tartare di ricciola o di altro pesce bianco (in base alla disponibilità) e i cotti: alici fritte, soutè, polpo affogato ed i polipetti in umido. Tutto molto buono, pesce fresco e ben preparato.
Dato che gli antipasti erano abbondanti, abbiamo deciso di ordinare solo il "famoso" primo che lo chef consigliava: tagliolini cernia, fiori di zucca e bottarga. Oltre aver aspettato una marea di tempo per il primo (penso una mezz'oretta/quaranta minuti abbondanti) non era un primo all'altezza di quel locale. La pasta era troppo cotta, la porzione troppo abbondante (infatti metà piatto, putroppo, è rimasto li).
Buona la scelta dei vini, con predilezione (ovviamente) per quelli sardi.
I dolci ve lo portano come saluto finale: dolcetti sardi assortiti con pasta di mandorle accompagnati da mirto e limoncello, serviti nelle tradizionali boccette sarde.
Purtroppo non ho foto di quella serata, anche perchè a dirvi la verità mi sentivo un pò in imbarazzo a scattare foto (quelle che vedete nel post sono reperite dal web, specificatamente dal sito Cibando.com).
Quando ci hanno portato il conto nessuno si è avvicinato per ritirarlo, siamo stati noi che ci siamo alzati e abbiamo atteso che qualcuno venisse a "risquotere" la cena. Non mi sento di bocciare in todo questo posto, anche perchè gli "intoppi" possono capitare anche nelle "grandi" cucine...che dire ci rifaremo la prossimo volta ;) 

MARIANNA for HOTEL & KITCHEN: I giudizi di una donna ©
 
*Quest'articolo è frutto della nostra esperienza. Non abbiamo ricevuto, o riceviamo, compensi per l'articolo e non abbiamo nessun contratto lavorativo o retributivo con il ristorante in questione. Le foto sono state reperite dal web sul sito Cibando.com

lunedì 13 ottobre 2014

Un viaggio per un Halloween perfetto? ISLA DE LAS MUNECAS a Xichilmoco in Messico.

Foto reperita dal web tramite Google Image.
Sono giorni che girovago per blog di travel blogger e mi imbatto in articoli un pò...terrificanti. Si parla dei 10 luoghi più mostruosi al mondo, case infestate nelle strade di New York...ed è proprio attraverso questi post che ho scoperto (e incuriosito) la Isla de las munecas, ossia L'isola delle bambole a Xochilmoco in Messico. Da blogger curiosona mi sono messa alla ricerca di informazioni su questo posto un pò tetro.
Una bambola può suscitare reazioni diverse in ognuno di noi: le bambine le amano per la compagnia, gli adulti le ricercano per costossistime collezioni poi c'è chi soffre pediofobia, che delle bambole non ne vuole vedere nemmeno l'ombra. Infatti se siete affetti da questo tipo di fobia vi invito a cliccare su un altro post :), se invece siete in partenza per il Messico e passarete li la notte di Halloween, segnatevi sull'agenda questo posto ;)
Xochilmoco è una cittadina di Città del Messico ricca di colori, lungo i canali le barchette colorate diventano dei vivai galleggianti. Tutto quest'eden ad un tratto lascia spazio ad uno scenario molto inquietante, uno teatro da visitare la notte di Ognissanti sotto il chiarore della luna piena.

Foto reperita dal web tramite Google Image.
Chi vi accoglie su queta macabra isola e vi racconta la sua inquietante storia è Julian Santana, nipote di Julian Santana Berrera, un contadino di mezz'età che più di cinquant'anni fa lasciò moglie e figlia  per trasferirsi sull'isola. Fu qui che avvenne il tragico evento: Santana vide una bambina affogare nelle acque della laguna, e nonostante i suoi tentativi per salvarla, la piccola morì annegata. Subito dopo che il suo corpicino venne a galla, emerse dall'acqua una bambola.  La legò a un albero come forma di rispetto. L'uomo, nella sua solitudine, si sentiva perseguitato da quella presenza, e cominciò a pensare che lo spirito della defunta fosse presente in quel simulacro infantile. Fu così che cominciò a collezionare bambole. Ne pendono centinaia dagli alberi. Sono bambole deformi, mutilate, storpie, raccolte dalla spazzatura o emerse dal canale. Le legava così com'erano, senza aggiustarle o pulirle. E quel che è peggio è che le bambole continuano a sorridere...in fondo erano/sono nate per far giocare le bambine...anche se la natura selvaggia le ha imbruttite, capelli pieni di insetti, vermi che escono bulbi oculari, ragnatele e bracci ammuffiti. Quei sorrisi che sono un ghigno ingiustificato e quegli occhi, o quel che resta, che hanno uno sguardo di follia.

La foto appartiene a Esparta Palma.
Infatti finchè c'era in vita Julian, quel luogo era considerato il covo di un folle. Per attirare i visitatori ci voleva un evento più macabro: la morte di Julian che arrivò nel 2001, anno in cui morì annegato come la bambina e nello stesso punto della bambina. Da quell'anno isola diventò un attrazione turistica.
Potete decidere se visitarla di notte o di giorno, tanto è raccapricciante in entrambi i casi: di notte le sagome delle bambole dondolano nella brezza e sono illuminate a tratti; di giorno con la luce abbagliante del sole si evidenziano tutti i loro difetti.

Foto reperita dal web.

La foto appartiene a Esparta Palma.

Foto reperita dal web.

Foto reperita dal web.
COME ARRIVARE SULLA ISLA:
Per arrivare all'isola delle bambole dovete recarvi presso i canali di Xochimilco, 28 km a sud di Città del Messico. Qualora vi recaste in viaggio in Messico, quindi, il vostro aeroporto è il Benito Juárez. Da centro città ci sono numerosi bus del trasporto pubblico verso la periferia esterna del distretto. Una volta arrivati presso la laguna, non è comunque facile raggiungere l'isola: bisogna mettersi d'accordo con i traghettatori che operano il servizio lungo i canali. Quello da raggiungere è il canal de Apatlaco:  i moli migliori sono l'embarcadero Cuemanco, l'embarcadero Fernando Celada e l'embarcadero San Cristóbal. Le barche che solcano la laguna sono chiamate trajineras, e contengono da 10 a 25 persone.
I prezzi del trasporto, così come la durata, possono variare. Generalmente la tariffa è di 200 pesos a ora, circa 12€. Conviene andare nei giorni infrasettimanali, poiché il weekend è piuttosto affollato. E dal momento che sull'isola è presente persino un piccolo bar per i turisti, l'atmosfera del luogo tenebroso potrebbe venire a mancare. Ma non preoccupatevi: muovendovi tra quei corpicini di plastica dal ghigno inquietante, avvertirete sempre dentro di voi una sensazione di disturbo. Forse degli occhi che vi seguono costantemente lungo il cammino. O magari dei sussurri dietro le vostre spalle. Chi lo sa. La Isla de las Muñecas es leyenda.


mercoledì 1 ottobre 2014

“Il rock un modello di vita, Pork'n'Roll uno stile di pochi!” - PORK'N'ROLL a Roma

Via Tiburtina assume due facce diverse: il giorno è gremita di negozi con un infinito via vai di persone intente nel loro shopping, la sera, una volta calate le serrande, non abbonda di locali notturni. Un indirizzo da segnare sulla propria agenda è Via Carlo Caneva 15, insegna Pork'n'Roll. 

La foto appartiene a HOTEL e KITCHEN ©.
Su questa vietta abbastanza anonima, sorge questo pub con due grandi vetrate che lasciano trasparire l'interno. L'ambiente è piccolo e abbastanza pieno, i colori, i particolari, le locandine appese sono quelli di un English Pub. Il menù è disponibile esclusivamente su due mega lavagne (che a me hanno fatto impazzire) appese sulla parete: una è la “carta” delle birre a spina, l'altra i panini della casa. Ogni panino ha un suo nome, alcuni sembrano persino impronunciabili, che ricordano una canzone dei Guns N' Roses o The Blue Brothers, il batterista dei Led Zeppelin...

"Nulla succede per caso..." KIOSKO CA' MARI' - Platja De Migjorn #Formentera2014

Era una mattina come tante a Formentera, dove ti svegli e il cielo sembra diviso a metà: nero da una parte, soleggiato dall'altra (tranquilli le nuvole si sposteranno e vi permetteranno di farvi il vostro giro dell'isola e prendere la vostra tintarella senza pioggia). Quella mattina la destinazione era sconosciuta, siamo saliti sul quad e ci siamo avventurati sull'unica lunga strada dell'isola. Senza che ce ne accorgessimo siamo arrivati a la "fine del mondo" di Formentera: al Far de la Mola. Un luogo dove l'orizzonte è il padrone, un luogo lontano dal "mondo" che con i suoi venti metri d'altezza danno un gran senso di vertigine.

La foto appartiene a HOTEL e KITCHEN.
La foto appartiene a HOTEL e KITCHEN.
La foto appartiene a HOTEL e KITCHEN.
Dopo qualche scatto ci ri-avventuriamo per il "centro" dell'isola, decidiamo di girare per Platja De Migjorn. Arriviamo in un piccolo parcheggio semi vuoto, stavamo per andarcene ma presi dalla fame, ci siamo fermati in questo posto che all'inizio sembrava un semplice bar della spiaggia.

La foto è di proprietà di TripAdvisor.
All'apparenza non gli si da un "sordo de cacio" (come si dice a Roma), però abbiamo pensato "vabbè un panino sono capaci tutti a farlo!". Mentre sfogliamo il menù, un francese davanti a me mangia con gusto un calamaro alla piastra...ummm...le mie papille gustative non hanno resistito! Due calamari alla piastra uno per me e uno per il mio amato compagno di viaggio.

La foto è di proprietà di HOTEL e KITCHEN.
Che dirvi...il calamaro alla piastra più buono che abbia mai mangiato. Cottura perfetta. Un retrogusto di aglio (se il vostro prossimo viaggio è Formentera preparatevi a mangiare aglio, cipolla e peperoni!!!!) che si sposava benissimo con il pesce, accompagnato da patatine fritte e una piccola insalata mista. Una giusta portata che ti sazia e sopratutto che ti fa cambiare idea sul posto.
Si può mangiare tranquillamente in costume, in pareo e, nella parte più esterna, con i piedi "nascosti" sotto la sabbia. Abbiamo speso intorno alle 50 euro (due calamari alla piastra, due bottiglie d'acqua, una coca cola e due caffè), prezzo giustissimo sopratutto per la qualità. Gentile e cortese il personale.
Una nota un pò dolente è la spiaggia, ma questo varia da gusto a gusto. Il kiosko sorge su una piccola spiaggia, semi-deserta. Semi-deserta perchè a Formentera esistono tratti di spiaggia per appartarsi e stare soli. Vanno bene per chi ama il nudismo (cosa molto frequente sull'isola) e prendere il sole come mamma l'ha fatto! :) ...noi a pancia piena abbiamo cambiato spiaggia :)

Tutto su #Formentera2014:
- "Quando l'apparenza inganna..." - ES ARENALS RESTAURANT
- "Un resort ben RIUscito!" - Hotel RIU LA MOLA
- "La luna tonda spunta quando il sol tramonta" - RISTORANTE SUNSET (Riu la Mola)
- "Non c'è TANGA che tenga" - TANGA Bar e Restaurant 
- "Nulla succede per caso..." - KIOSKO CA' MARI'
- "Pub...beggiando a Formentera" - Pasion Cubana VIAGRA'S CAFE' e BANANAS & CO
- "For me...For You...FORMENTERA" - La nostra mini guida su Formentera: Spiagge, Luoghi interessanti, Varie ed Eventuali.


MARIANNA for HOTEL & KITCHEN: I giudizi di una donna ©
 
*Quest'articolo è frutto della nostra esperienza. Non abbiamo ricevuto, o riceviamo, compensi per l'articolo e non abbiamo nessun contratto lavorativo o retributivo con il kiosko in questione. Le foto sono state scattate da noi e pertanto ne è vietata la copia.